Castelpoto

Castelpoto

Da Castrum Potonis (ovvero Castello di Poto, figlio di re Adelchi), Castelpoto, pur risalendo all’epoca romano-sannitica si sviluppò maggiormente sotto la dominazione longobarda e normanna. Affacciato anch’esso, come Torrecuso, sulla pianura beneventana, gode di un centro storico, tipicamente longobardo, con vicoli molto stretti e serpeggianti tra tipiche case in pietra molto piccole e arroccate su un’altura. Il paese subì alterne vicende durante le famose lotte tra il lo stato pontificio di Benevento e il regno svevo di Federico II. Fortemente colpito da epidemie sin dal 1656 e da terremoti del 1688 e, da ultimo, del 1980 che ne fece un paese fantasma, di cui ancora oggi e possibile visitare il centro storico, affascinante e misterioso.  

Il nome del centro è ormai sinonimo di salsiccia rossa che costituisce la produzione principale di Castelpoto, rigidamente disciplinata dal presidio Slow Food e dal locale Consorzio costituito nel 2007 tra i produttori allo scopo di tutelarne e garantirne la tracciabilità. Il colore è dato dalla polvere rossa di peperoncini essiccati e tostati (papauli in dialetto locale) impreziositi dall’acqua di testa d’aglio, ingredienti che risalgono la notte dei tempi e conferiscono alla carne suina, sapientemente selezionata a monte, un gusto unico che conquista anche i palati più esigenti. 

Photo Credit Stefano Caporaso 

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